Innovazione - 09 • 01 • 2023

Siamo nel 2050, si sta riunendo il Consiglio Direttivo dell’Italian Insurtech Association per festeggiare il 30simo anno di onorata attività.

Di Simone Ranucci Brandimarte

simone ranucci brandimarte

 

Siamo nel 2050, si sta riunendo il Consiglio Direttivo dell’Italian Insurtech Association per festeggiare il 30simo anno di onorata attività.

Il Presidente, in carica da 2 anni si chiama Albert ed è un chatbot di intelligenza artificiale con specializzazione Insurtech: è assertivo, competente, non sempre empatico ma sta migliorando. Attorno al tavolo 13 ologrammi seguono l’aggiornamento mensile di Albert. Dietro di loro le foto dei fondatori di IIA, simpatici vecchietti ormai in pensione da anni.La Comunità economica Europea è un governo Sovrano e la penisola Italica è popolata al 50% da naturalizzati italiani di seconda generazione. La temperatura media è salita di 5 gradi e tutti lavorano non oltre 3 giorni a settimana. D’altra parte con 13 miliardi di persone al mondo e l’intelligenza artificiale in grado di eseguire maggior parte delle attività non ci sarebbe lavoro per tutti.

Sono già 500.000 i coloni che vivono su Marte e per molti versi se la passano abbastanza bene: si pianifica di portare 10 milioni di persone sul pianeta rosso entro il 2075 per anticipare ulteriori impatti del climate change sulla Terra.  D’altra parte il turismo spaziale è la principale attrattiva della classe borghese, per chi se lo può permettere – è accessibile ma non economico – una gitarella sulla Luna o una circumnavigazione della terra è l’iniziativa più formativa per i propri ragazzi.

Gran parte degli abitanti della terra è collegata in Cloud, tramite Nanobot installati nel proprio cervello, specialmente i giovani che hanno ricevuto l’installazione con il primo vaccino anti Virus. I Nanobot collegano la corteccia cerebrale sul web, di fatto facendo dimenticare i vecchi problemi di memoria, ed è più facile entrare nel metaverso con il proprio avatar.

Se sui più vecchi l’installazione dei Nanobot ha avuto poco successo, ma sta prendendo molto piede la tendenza alla Reincarnazione delle persone attraverso l’intelligenza artificiale. La maggior parte degli oggetti fisici è integrato in rete tramite tecnologia IOT e le auto a guida autonoma hanno ridotto incidenti e problemi legati al traffico del 99% rispetto al vecchio 2022. L’energia solare è sufficiente a tutto e tutti e i più giovani fanno fatica a capire il senso del petrolio come carburante sui propri libri scolastici. D’altra parte, al di la dell’aumento della temperatura sembra tutto più sicuro: riusciamo a prevedere terremoti e calamità naturali con margine di qualche minuto. Stanno aumentando i casi di violenza sul metaverso, ma le Intelligenze artificiali giudiziarie se ne stanno occupando.

Insomma il mondo è un po’ diverso da come ce lo ricordavamo. Migliore o peggiore non saprei.

Il settore Assicurativo è cambiato molto: ci sono solo 20 grandi gruppi assicurativi al mondo che hanno consolidato tutti gli altri negli ultimi 30 anni: in realtà sono anche le uniche banche, gli unici riassicuratori e soprattutto i principali Gruppi HiTech e di Data Management della terra, con migliaia di sviluppatori IT e importanti competenze digitali e tecnologiche. Questi grandi gruppi Insurtech assicurano di tutto: dai viaggi spaziali, alle coperture per calamità naturali e attacchi informatici, al proprio avatar, ai Nanobot. ai chip sottocutanei per monitorare i propri parametri vitali, alle auto a guida autonoma e le stesse intelligenze artificiali. Nel 2050 il mercato assicurativo ha superato il concetto di polizza, per offrire ai propri clienti soluzioni di assistenza integrate e pay-per-use, personalizzate grazie all’analisi predittiva dei dati e sempre human centriche. Le compagnie assicurative controllano gran parte degli oggetti al mondo, i trasporti, la mobilità e qualsiasi cosa sia wearable, migliaia di satelliti, la produzione industriale e quella agricola, ma soprattutto l’intera industria della salute: l’assicurazione è un consulente che mi segue per tutta la vita rendendomi meno rischioso per la comunità e più produttivo per me stesso e per gli altri. La penetrazione dell’offerta di protezione è cresciuta dal 9% della popolazione per polizze non Rc auto nel vecchio 2022 al 550% nel 2050, ovvero ogni individuo ha circa 5,5 polizze (e non più Rc auto in quanto totalmente inutile data l’assenza di incidenti), anche perché sono tutte obbligatorie. Il 90% delle polizze è totalmente embedded e già dalla scuola primaria si insegna educazione assicurativa.

L’integrazione di soluzioni assicurative all’acquisto di prodotti, servizi e persino esperienze ha rivoluzionato l’intera filiera, offrendo ai consumatori la possibilità di sottoscrivere polizze personalizzate e pay-per-use, e ha stimolato i player a evolvere il proprio approccio, passando dalla semplice assistenza, alla prevenzione, oltre che l’accompagnamento del cliente lungo tutto la customer journey: dall’acquisto di un bene all’utilizzo, piuttosto che limitarsi al semplice rimborso in caso di sinistri.

Il cambio di paradigma iniziò – in pochi se lo ricordano – all’inizio degli anni ‘20 grazie al supporto dell’innovazione digitale, all’applicazione di tecnologie – come AI, Machine Learning e Open Innovation – alla smart mobility e alla domotica, che fin da allora permisero di realizzare i primi modelli di prevenzione più efficienti basati sull’analisi dei dati. Le soluzioni tecnologiche si svilupparono velocemente con conseguenze su tutti gli aspetti della vita quotidiana e sui settori coinvolti: Mobility, Travel, Utilities e Telco, ma il settore che più di altri fece decollare il processo di integrazione da parte di compagnie assicurative nella filiera industriale e dei servizi fu quello della Sanità. L’adozione di dispositivi IOT, wearable e chip sottocutanei per il monitoraggio dello stato di salute, ha contribuito a fine anni 30 a migliorare la qualità e le aspettative di vita dei cittadini. Non solo servizi, l’influsso della digitalizzazione e delle tecnologie è stato fondamentale anche per l’innovazione della filiera, costituita a monte dalle compagnie e a valle dagli intermediari e distributori di prodotti assicurativi. Grazie a una vasta campagna di investimenti e formazione, l’Italia ha ormai colmato quel gap che la separava dagli altri Paesi europei in termini di competenze, vantando un tasso integrale di utilizzo di canali e strumenti di vendita digitali da parte sia dei broker che dei clienti.

In questo scenario, il ruolo dei Big Tech – Amazon, Google e Apple – è stato decisivo all’interno del settore, permettendo ai partner di offrire ai clienti una copertura assicurativa su qualsiasi prodotto acquistato: dispositivi elettronici, auto, case dotate di dispositivi di domotica ecc.

Non sarebbe stato possibile raggiungere questi traguardi se le compagnie assicurative non avessero colto a inizio anni ‘20 la necessità di adeguarsi a un cambiamento di sistema già in atto, e che altrimenti avrebbe rischiato di lasciarli indietro. Gli investimenti e le partnership con imprese Insurtech si sono rivelati una mossa vincente e hanno portato a una forte crescita dell’intero ecosistema, stimolando la nascita di sempre più startup innovative e la conseguenza ricerca e sviluppo in campo tecnologico.

Tutto questo grazie a miliardi di investimenti nel settore Insurtech avvenuti fra il 2020 ed il 2030, bei tempi, quando ci sembrava di raccontare favole.