Enabling Insurtech Ecosystems Tecnologia - 01 • 04 • 2020 di Gerardo Di Francesco & Simone Ranucci Brandimarte “La prima regola di ogni tecnologia è che l’automazione applicata ad un’operazione efficiente ne aumenterà l’efficienza. La seconda è che l’automazione applicata ad un’operazione inefficiente ne aumenterà l’inefficienza.” Bill Gates “Le macchine mi colgono di sorpresa con grande frequenza” Alan Mathison Turing L’Italia è il paese con il maggior grado di penetrazione di IoT nel comparto automobilistico, in media il 20% dei mezzi con punte del 65% in alcuni comuni. 12,7 milioni di italiani (un terzo della popolazione tra 18 e 74 anni) hanno utilizzato nel 2019 almeno un servizio fintech. L’86% dell’utenza bancaria opera prevalentemente on line ed 8,7 nuovi conti correnti su 10 sono aperti via pc o mobile. Il 2% dei contratti assicurativi stipulati in europa sono già totalmente digitali e ci si attende che tale percentuale arrivi al 30% entro i prossimi 10 anni. Osservatorio Fintech & Insurtech del Politecnico di Milano ci dice che 9 utenti su 10 mostrano predisposizione per le assicurazioni on demand. L’opinione dell’utenza indica un ritardo nella risposta ai nuovi bisogni con un’offerta assicurativa che, in generale, non riflette l’evoluzione delle abitudini di consumo. Inoltre, oggi i clienti si aspettano di accedere ai servizi assicurativi in modo immediato, sicuro e multicanale, in qualsiasi momento da qualsiasi parte del mondo. Secondo una ricerca EY sullo stato dell’insurtech relativo al 2019, l’80% dei clienti considera l’esperienza fornita dalle aziende tanto importante quanto il prodotto o il servizio stesso, ma solo il 15% dei clienti afferma di essere soddisfatto dell’esperienza digitale del loro assicuratore. Secondo l’EY FinTech Adoption Index 2019, il 95% degli intervistati italiani dichiara di essere a conoscenza della presenza sul mercato di servizi Insurtech ma solo il 17% ha usato finora uno smart device collegato all’assicurazione, come ad esempio la scatola nera dell’automobile, e infine il 15% ha utilizzato/utilizza le assicurazioni app-only. Esistono freni all’accelerazione dell’ecosistema non solo sul piano sistemico, ma anche provenienti dall’industry stessa. Si cade spesso nella falsa dicotomia “insurtech – assicurazioni tradizionali” quando invece la stragrande maggioranza delle iniziative insurtech sono fattori abilitanti per l’industria “tradizionale”. Tecnologie infrastrutturali che permettono di poter lavorare da ovunque, la possibilità di offrire molti prodotti ai propri clienti in modalità smart e online, il poter usufruire di nuove informazioni sui rischi tramite devices IoT, sistemi di e-payment, l’utilizzo di portali e chatbot nel customer service, sono tutte opportunità che portano un’unica disruption, quella delle “abitudini tradizionali”. Per disattivare questi freni è necessario un punto di incontro tra “l’industria tradizionale” e “l’insurtech” e che tale punto di incontro trovi collocazione in una messa in discussione di quelli che sono metodi ed abitudini di lavoro consolidati tramite formazione e consapevolezza delle potenziali derivanti dall’applicazione di tecnologie consolidate, in fase di maturazione e d’avanguardia all’industria assicurativa. Rientrano tra le tecnologie consolidate tutte quelle che hanno permesso una massiva digitalizzazione dei processi caratteristici dell’industria assicurativa, parliamo delle cosidette SMAC technologies (social, mobile, analytics e cloud), di optical character recognition systems, di API e di Web Service. L’applicazione di queste tecnologie ha comportato un radicale cambiamento delle infrastrutture informatiche degli stakeholders della filiera, cambiamento che ha consolidato una maggiore resilienza del mercato, dando una nuova centralità al “dato” nel dibattito interno all’industry. Il “dato”, la sua qualità, la sua standardizzazione in formati condivisi e la sua integrità sono ciò che permetteranno una diffusione sempre più capillare di questo processo. Sono ciò che permettono ai sistemi di parlarsi, ma soprattutto di capirsi. In un ecosistema cloud e digitale che ospita sub-sistemi accessibili online ad una pluralità di soggetti con ruoli e poteri differenti, “l’utente” è interlocutore e fruitore. La sua autenticità, la sua privacy e la coerenza delle sue azioni sono una priorità dell’ecosistema. Tecnologie di riconoscimento biometrico, firma digitale o tramite sistemi di one time password, autenticazione tramite credenziali rilasciate da soggetti abilitati dai governi centrali sono tutti elementi che abilitano l’utente in questo ecosistema insurtech e lo mettono in condizione di poter operare in sicurezza. L’interazione tra utenti, stakeholder e sistemi che avviene su questa pluralità di infrastrutture cloud incontra quotidianamente altre tecnologie in fase di maturazione che trovano via via applicazione nelle fasi di processo più consone. Blockchain e smart contract si stanno diffondendo come tecnologie volte a dare certezza tra le parti nella stipula dei contratti, nel pagamento dei sinistri ed in generale in tutti i processi che richiedono un ledger distribuito immodificabile e verificabile. L’interazione tra utenti avviene anche sulla base di implicazioni determinate dai modelli di pricing adottati dai creatori di prodotti assicurativi. Tali modelli si nutrono sempre più spesso di big data provenienti dall’IoT. Come abbiamo detto, per quanto riguarda l’applicazione dell’IoT in ambito motor l’Italia è ai vertici dei paesi occidentali in termini di penetrazione, ma vi sono spazi di miglioramento importanti in ambito, sanitario, casalingo, pet e SME. Settori dove è comunque prevedibile una crescita di questi modelli alimentati da dati provenienti dall’accelerazione di macro trend di consumo (wearables, smartphones, G5, e smart home system), crisi sanitarie e industry 4.0. Intendiamo invece come tecnologie di frontiera quelle che tipicamente vengono chiamate DARQ technologies (distributed ledger technology (D), artificial intelligence (AI), extended reality (XR) and quantum computing(Q)). Ci siamo permessi di inserire le distributed ledger technology tra quelle in fase di maturazione nella misura in cui i progetti di adozione di questo tipo di crittografia e gestione dati si sta diffondendo rapidamente in molti progetto. Ci aspettiamo altresì che nel breve periodo si diffondano altrettanto rapidamente servizi, processi e aziende strutturate su tecnologie di artificial intelligence o meglio machine learning. Certamente interi tipici processi del comparto assicurativo (customer service, riconoscimento di immagini, gestione di big data) beneficeranno grandemente di questa nuova tecnologia che di giorno in giorno è sempre più una scienza. Per quanto concerne l’applicazione di AI e ML al settore della mobilità (guida autonoma) possiamo certamente aspettarci nel medio periodo un cambiamento strutturale del mercato assicurativo in ambito motor e sharing mobility. Anche i sistemi di extended reality stanno avendo applicazione in ambito assicurativo specialmente sul fronte del loss adjusting, dell’e-learining e dei servizi sanitari a distanza forniti dai principali carrier. Si tratta certamente di un filone tecnologico che deve ancora esprimere al meglio tutte le sue potenzialità che certamente nel medio periodo impatterà a 360° sul lavoro di ciascuno e nella comunicazione tra gli utenti. Nel lungo periodo ci aspettiamo infine che le attuali ricerche in ambito di quantum computing da parte dei maggiori player tecnologici internazionali in partnership con governi ed organizzazioni internazionali, ridisegneranno integralmente le logiche di trasferimento di rischi sul piano finanziario, dando agli stakeholder assicurativi quella capacità di calcolo necessaria per l’adozione di modelli predittivi di risk mitigation sempre più precisi e sofisticati, specialmente in ambito cat nat. Il mercato italiano c’è, qui e ora. Le tecnologie anche. E’ l’ecosistema insurtech italiano a dover essere accelerato prima che il gap tecnologico con altre filiere, nazionali e non, diventi incolmabile. E’ questa la missione di IIA.