Insurtech: parliamo di open source, anzi parliamo di software libero! Tecnologia - 20 • 04 • 2020 di Gerardo Di Francesco “When we call software “free,” we mean that it respects the users’ essential freedoms: the freedom to run it, to study and change it, and to redistribute copies with or without changes. This is a matter of freedom, not price, so think of “free speech,” not “free beer.” Richard Matthew Stallman “If you have an apple and I have an apple and we exchange these apples then you and I will still each have one apple. But if you have an idea and I have an idea and we exchange these ideas, then each of us will have two ideas.” George Bernard Shaw L’accelerazione tecnologica dell’ecosistema insurtech italiano sarà tanto più rapida quanto più gli stakeholder della filiera saranno in grado di produrre ed adottare software libero. Un’affermazione su cui sarebbe opportuno avviare un confronto interno all’industry al più presto, confronto che questo articolo si propone di avviare e facilitare. La Free Software Foundation (FSF) ci aiuta innanzitutto a definire l’oggetto di questa riflessione stabilendo che […] un programma è software libero se gli utenti del programma godono delle quattro libertà fondamentali: Libertà di eseguire il programma come si desidera, per qualsiasi scopo; Libertà di studiare come funziona il programma e di modificarlo in modo da adattarlo alle proprie necessità. L’accesso al codice sorgente ne è un prerequisito; Libertà di ridistribuire copie in modo da aiutare gli altri; Libertà di migliorare il programma e distribuirne pubblicamente i miglioramenti da voi apportati (e le vostre versioni modificate in genere), in modo tale che tutta la comunità ne tragga beneficio. L’accesso al codice sorgente ne è un prerequisito. Un altro gruppo usa il termine “open source” per indicare qualcosa di simile (ma non identico) al “software libero” (o “free software”) […] L’adozione e produzione di software libero da parte di un’industria porta con sé, oltre che ad un intrinseco driver di progresso, civiltà ed innovazione, anche evidenti vantaggi economici. Ogni programma è infatti un insieme complesso di istruzioni il cui funzionamento richiede normalmente l’interazione con altri programmi. Tutto questo si sostanzia in linee di codice sorgente (SLOC) aventi, oggi, un costo medio di circa 15 euro ciascuna. Un’infografica sviluppata nel 2015 sulla base di dati elaborati dalla NASA, altra organizzazione che adotta software libero, ci da una suggestione del numero di SLOC alla base di alcuni noti programmi. È evidente come il combinato disposto tra la complessità raggiunta da molti software e le quattro libertà fondamentali del software libero siano in grado di generare milioni di euro di risparmi nell’esecuzione di ogni nuovo progetto. È questo un processo intrinsecamente virtuoso nella misura in cui il software libero è tipicamente soggetto a licenze di utilizzo che presentano caratteri di ereditarietà delle condizioni di copyleft forte. La tipologia di licenza più nota è certamente la GNU/GPL: i programmi coperti da GPL devono rispettare le quattro libertà fondamentali, non possono essere incorporati in software non liberi e se modificati o copiati devono essere pubblicati con la medesima licenza. Un meccanismo tanto semplice quanto efficace a garanzia del progresso dell’ecosistema. La licenza GPL, giunta oggi alla versione 3.0, è stata inventata da Richard Matthew Stallman (RMS). Nato nel 1953, laureato in fisica ad Harvard negli anni ‘70, fino al 1984 Stallman è programmatore presso l’MIT Artificial Intelligence Lab. In quegli anni maturano le idee e i progetti che lo porteranno e divenire il leader del Free Software Movement e creatore di GNU, il primo sistema operativo libero. Per inquadrare la nascita di GNU nel 1984 bisogna partire dal 1963, data in cui General Electrics, MIT e Bell Laboratories avviarono il progetto Multics (Multiplexed Information and Computing Service). Multics sarebbe dovuto essere il primo sistema operativo proprietario volto al calcolo di fabbisogni idrici ed elettrici della città di Boston. Il software non raggiunse mai il suo scopo iniziale. Sul fallimento di Mutics i programmatori della Bell Laboratories ripartirono da Unics (Uniplexed Information and Computing Service) poi ribattezzato Unix. Sviluppato da Ken Thompson nel 1969 Unix fu il primo sistema operativo proprietario di grande successo che trovò immediata applicazione nel settore delle Telco (Bell Laboratories erano parte della AT&T corp.) ed in seguito fu distribuito massivamente da Sun, BSD, SCO e IBM. GNU nacque dunque con lo scopo di gettare le basi per la creazione di un ecosistema di software libero in antitesi a UNIX e all’industria di software proprietari di cui era preludio. GNU è l’acronimo ricorsivo di “GNU’s Not Unix”. Attenzione a confondere “software libero” ed “open source” con “birre gratis”, magari anche di scarsa qualità. Alcune argomentazioni: il 95% dei primi 10 milioni di domini del web ha un sistema operativo open source (Linux); oltre l’80% degli smartphone venduti in un anno nel mondo funziona attraverso un sistema operativo open source (Android); RedHat (principale operatore corporate in ambito open source) è stata acquisita da IBM nel 2019 per 34 miliardi di dollari; tutti i 500 supercomputer operanti nel mondo girano su un sistema Linux così come anche la maggior parte dei mercati globali (tra cui: New York Stock Exchange, NASDAQ, London Stock Exchange e Tokyo Stock Exchange); il 75% delle infrastrutture cloud è gestito da software libero così come anche le infrastrutture dei principali player dell’ecommerce (tra cui Amazon, eBay, PayPal e Walmart); pochi giorni fa (Aprile 2020) la Fintech Open Source Foundation – FINOS (un progetto associativo di player del calibro di Goldman Sachs, JP Morgan, Nomura, UBS ed HSBC) è confluita all’interno della Linux Foundation sancendo l’importanza dell’adozione di una cultura open source per un ecosistema evoluto. Auguro dunque alla filiera insurtech italiana di poter seguire l’esempio di FINOS, di Stallman, della Linux Foundation e di tutti coloro che quotidianamente lavorano per creare e condividere software libero, solo così l’accelerazione dell’industry potrà dirsi tale. Questo articolo è dedicato a Multics. Acquisito dalla Honeywell nel 1973 e commercializzato per 7 milioni di dollari a copia. Multics, da cui alla fin fine è partito tutto, è stato liberato nel 2007 dall’MiT che ne pubblicò il codice sorgente. Grazie Multics. This is an Open Access article, distributed under the terms of the Creative Commons Attribution licence http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/ which permits unrestricted re-use, distribution, and reproduction in any medium, provided the original work is properly cited.