Borsa di Studio Alfredo Scotti Italian Insurtech Association, in collaborazione con Metrica Investimenti e Silvia Cariati, ha deciso di istituire una Borsa di Studio intitolata a uno dei fondatori IIA, il nostro amico Alfredo Scotti. Overview Overview Italian Insurtech Association, in collaborazione con Metrica Investimenti e Silvia Cariati, ha deciso di istituire una Borsa di Studio intitolata a uno dei fondatori IIA, il nostro amico Alfredo Scotti. TEA – Tech Education Academy Le borse di studio a disposizione sono 5 e riguarderanno i Master on line che realizzeremo sulla nostra piattaforma TEA – Tech Education Academy. Per informazioni o per candidarsi inviare una mail a amministrazione@insurtechitaly.it Alfredo Scotti La finanza suona il rock di Silvia Cariati | Milano, 4 gennaio 2021 Alfredo Scotti nasce a Brescia: nel ’68 ha esattamente 20 anni, uno spirito libero e la stessa voglia di libertà dei suoi coetanei. Sarà un sessantottino, ma, al primo invito a passare dalle parole e dai sogni ai fatti, cioè alla lotta armata, abbandona la politica. In quarta ginnasio il suo professore di greco e latino promette alla classe un apprendimento accelerato delle due lingue morte di prammatica, certo di poter aggiungere, in esclusiva per i giovani del mitico liceo Arnaldo, ben più che una infarinatura di sanscrito. La classe passa tutto il primo anno a giocare a tennis, l’inverno è dedicato a gare di sci sulle Dolomiti, prima fra tutte il “Trofeo Topolino” e, al rientro a Brescia, di nuovo tennis tutti i pomeriggi. A giugno tutti promossi. Il visionario professore viene trasferito e sostituito l’anno successivo da un classicista che boccia 13 tennisti e rimanda tutti gli altri a settembre. Alfredo se la cava con un esame a fine estate, ma nel frattempo la sua volée è leggendaria. Negli stessi anni suona negli WOW, un gruppo composito di bresciani delle valli e del centro città, ma quando sente dal vivo Jimi Hendrix capisce di non avere il futuro che avrebbe sperato e abbandona le corde; cena con Bob Dylan, che purtroppo lo delude non solo per la sfacciata antipatia, ma anche per il vezzo di mangiare con i guanti: non che Alfredo fosse un fanatico dell’etichetta, ma a tutto c’è un limite. Nel 1970 lascia Brescia con due amici e in furgone arriva in India, per essere precisi in Nepal, a Kathmandu: con lo stesso furgone torna indietro e da quel giorno non ha più smesso di raccontare quell’avventura straordinaria che gli ha cambiato la vita. Forse non è un caso che la tesi di laurea, discussa nel 1972, si intitoli “Il commercio internazionale tra i paesi dell’Europa orientale e occidentale”: l’Oriente della tesi non è la sua amata India, ma gli occhi e la mente di Alfredo avranno sempre bisogno di guardare avanti, oltre, altrove. Avrebbe voluto fare l’architetto, e sarebbe stato sicuramente un grande architetto, ma dopo un breve passaggio a ingegneria ripiega su economia a Milano. La prima casa, presa in affitto con uno dei temerari compagni del viaggio in India che sarà poi l’amico di tutta la vita, è sui Navigli, ed è probabilmente un porto, o meglio una sosta obbligata, se le foto con deliziose brunette in minigonna di tutte le fogge sono state davvero scattate lì, come non si ha motivo di dubitare. La laurea arriva in velocità e così un Master of Arts a Exeter. La carriera universitaria lo affascina e la collaborazione con la Cattolica, che lo fa ricercatore ope legis, è l’origine di numerose pubblicazioni, che lo vedono già muoversi, da “scienziato” come sosteneva di essere chiamato, nel mondo della finanza. La sua attenzione va anche al tema della disoccupazione, soprattutto quella giovanile, che già nel 1978 definisce letteralmente “una spina nel fianco della Cee”. I giovani, Alfredo, non ha mai smesso di amarli, ne è stato costantemente affascinato: sapeva tutto dei figli dei suoi amici, cosa avessero studiato, cosa facessero e che progetti coltivassero. Se faceva amicizia con la vicina di casa, come peraltro con chiunque incontrasse, subito le chiedeva cosa facessero i figli: quando poi li incontrava sul serio, chiedeva tutto da capo, con quella sua aria sorniona ma attenta, si proponeva di aiutarli, cosa che faceva sul serio, ma li aveva letteralmente conquistati, tutti e sempre, già solo con il suo domandare (e molti di loro, che pure lo avevano visto meno di una manciata di volte, non hanno mancato l’ultimo saluto). I giovani sono le creature che più ha amato e a loro ha dedicato i suoi ultimi progetti professionali. Alfredo era innanzitutto un uomo curioso, di natura e di umani, di musica e di arte contemporanea, di paesi e storie e avventure; la sua curiosità era insaziabile, a volte addirittura difficile per chi gli viveva accanto, perché quando era a un concerto pensava alla neve e allo sci, o sortiva un biglietto del tram usato, accendeva la torcia del cellulare nel buio e nel silenzio più assoluti e prendeva un appunto; quando, sotto le sferzate del pelèr, il maestrale del Garda, sfrecciava saldo sul suo wind-surf, si distraeva pensando a un disegno di Blake che avrebbe voluto copiare. Ma Alfredo non era alla ricerca del nuovo e del cambiamento per insoddisfazione del presente: era solare, accogliente, ospitale, affettuosissimo e ottimista fino al limite della cecità, semplicemente forse sapeva che di tempo, rispetto a tutto ciò che avrebbe voluto, fare e vedere, non ne avrebbe avuto abbastanza. Annotava tutto ciò che vedeva e che lo colpiva: la vita andava fissata, chissà mai che si sarebbe poi potuto risfogliarla. Che si fosse a Efeso come a Palmira, seduti a un bar di Santander o in contemplazione del Taj Mahal, Alfredo aspettava il ritorno in albergo per aprire il suo Moleskine: consapevole di scrivere appena meno bene di Chatwin, ma sicuro di disegnare meglio, raccontava a parole, e soprattutto con schizzi e disegni che rifiniva nei giorni successivi, tutto ciò che aveva visto e provato. La brillante carriera ne rispecchia la personalità poliedrica e si muove dagli uffici studi alle prime SIM, da società finanziarie quotate all’ENI; a lungo sarà amministratore delegato e direttore generale della Maffei spa, all’epoca il maggior produttore di minerali industriali, e consigliere indipendente della Graniti Fiandre, confermando ancora una volta la sua straordinaria capacità di muoversi e adattarsi a mondi diversi. I racconti delle missioni in Sardegna nelle miniere di feldspato riferiscono di un mondo che i più conoscevano per i rapimenti di quegli anni, ma Alfredo nel Gennargentu ha avuto paura davvero. Approda infine alla AON, solo apparentemente una realtà marziana rispetto alle precedenti esperienze, e si cimenta nel brokeraggio assicurativo: competenza, preparazione, voglia di fare ed ecco che la Aon Corporation, tra il 1998 e il 1999, compra il 100% della partecipazione azionaria del gruppo Nikols SedgwicK. Nasce Aon Nikols e per Alfredo è un salto: Carlo Clavarino diventa Country Manager e Amministratore Delegato, Alfredo è il nuovo Presidente e Letizia Moratti Presidente Non-Esecutivo di Aon Italia Spa, la società holding del gruppo. Ma infine la lunga e felice parentesi AON lascia il posto alla totale libertà decisionale: Linkiesta, One Investments, il Centro Medico Santagostino, Crelove, il fotovoltaico, l’intelligenza artificiale, le pale eoliche, Lifegate, KT&Partners, Metrica, Leone film group e, last but not least, Italian Insurtech Association. Metri e metri di pellicola ancora da girare.