26 • 06 • 2020

26 Giugno, 2020  – Autore: CENTRO STUDI IIA

Investimenti insurtech, siamo oltre il giro di boa. Secondo Willis Tower Watson, storica società di consulenza e brokeraggio a livello globale, nel 2019 è stato raggiunto il massimo storico di capitali investiti sull’innovazione per le assicurazioni: oltre 6 miliardi di dollari, di cui quasi un terzo solo nell’ultimo trimestre.

Un trend positivo che inevitabilmente, causa pandemia, ha subito un rallentamento: nel primo trimestre 2020 a livello globale la flessione è stata del 54% rispetto alla fine dell’anno scorso. Tuttavia le società insurtech sono riuscite a raccogliere quasi 1 billion (912 milioni di dollari su 96 operazioni) nella prima parte dell’anno, con un’accelerazione alla fine di marzo.


Insurtech, la maturità del mercato

Secondo l’Insurtech Global Outlook 2020 di NTT Data ed Everis tra il 2010 e il 2019 sono stati investiti complessivamente 18,2 miliardi di dollari in 894 startup per un totale di 1,450 operazioni.

Nello stesso periodo gli analisti sottolineano una progressiva maturazione del settore insurtech, evidente dal fatto che il 67% degli investimenti al livello globale si sono concentrati su un nucleo ristretto di startup (circa il 6% del campione) principalmente basate negli Stati Uniti, dove i limiti del sistema sanitario pubblico hanno generato importanti opportunità per startup (Oscar, Clover Health, Bright Health, solo per ricordarne alcune) in grado di proporre servizi con costi più bassi, maggiore trasparenza e una migliore customer experience.

Un altro segnale di maturità del mercato è l’aumento del taglio medio degli investimenti: nel 2019 i round superiori ai 40milioni di dollari sono cresciuti addirittura del 90%.

Insurtech, gli investimenti nel 2019

Nel 2019 gli investimenti in startup hanno raggiunto i 6,3 miliardi di dollari (Willis Tower Watson), il 90% dei quali è andato a startup che lavorano su Cloud, Applicazioni Mobile, AI e Dati.

La direzione che prendono i capitali riflette la trasformazione in atto della catena del valore, che spinge anche gli incumbent del mercato assicurativo a fare leva sulle tecnologie digitali per generare nuovi prodotti, ridurre i costi di distribuzione, aumentare la fidelizzazione dei clienti, migliorare la prevenzione, riducendo di conseguenza i sinistri: oltre 5 miliardi di dollari sono andati a insurtech con nuovi modelli di business legati a questa trasformazione.

Nel 2019, riporta sempre WTW, sono emersi cinque nuovi unicorni ( Wefox, Lemonade, Hippo, Next Insurance, and Bright Health), che vanno ad aggiungersi a Clover Health, Policybazaar, Root, Zenefits, Oscar, Zhong An.

 

2019, le startup e le scaleup più finanziate

Il caso del 2019 è senza dubbio quello della startup Assurance IQ, piattaforma di vendita di polizze online, acquisita da  Prudential Financial, la più grande compagnia americana nel ramo per 2,35 miliardi di dollari, più un premio di 1,15 miliardi subordinato alla crescita della startup.

Secondo l’Insurtech Global Outlook,  le startup, entrambe fondate nel 2019, che hanno ricevuto nel corso dell’anno gli investimenti seed più alti, sono:

Cowbell Cyber: vende polizze per il cyber risk nelle piccole e medie imprese basate su intelligenza artificiale e big data. Ha chiuso un round seed da da 3,3 milioni di dollari

JUST: basata su IoT, propone polizze auto a prezzi dinamici (meglio si guida, meno si paga), ha raccolto un pre-seed da 500mila euro, seguito lo scorso febbraio da un seed pari a 1,2milioni di dollari

Tra le scaleup che hanno ricevuto i più alti investimenti nel 2019 troviamo quelli che vengono definiti ‘outliers’:

Clover ha raccolto 500 milioni (925 milioni fino a oggi). La società statunitense è attiva sia nel B2B che nel B2C, propone assicurazioni sanitarie in ambito Medicare

-Bright Health ha raccolto 635 milioni (1,1 miliardi di dollari dal 2010 a oggi). Offre sia piani individuali che familiari accessibili e autorizzati per il Medicare

Root Insurance ha raccolto 350 milioni di dollari (527,5 milioni di dollari fino a oggi). La società è specializzata nelle assicurazioni auto, in cui offre tariffe calcolate in base ai comportamenti di guida

Lemonade, ha raccolto 330 milioni (480 milioni di dollari fino a oggi). La società, basata su AI ed economia comportamentale, offre polizze per proprietari e affittuari di case, anche se ultimamente sta cominciando a entrare nella assicurazioni per animali domestici

 

Insurtech, gli investimenti nel 2020

Nel primo trimestre del 2020, come anticipato, globalmente è stato investito quasi 1 miliardo di dollari. Oltre al calo, c’è un altro dato in controtendenza rispetto all’anno precedente: il 50% degli investimenti è andato a startup early stage.

Per quanto riguarda i settori, l’80% dei finanziamenti è andato a insurtech focalizzate su Property and casualty (assicurazioni che escludono il ramo vita): basti ricordare gli investimenti su Insurify (23milioni di dollari), Instanda (19,5 milioni), Boost Insurance (14 milioni).

I deal più importanti hanno premiato le scaleup che operano nella distribuzione assicurativa: la piattaforma di comparazione assicurativa PolicyGenius ha chiuso un mega round da 100 milioni di dollari, seguita da Digit, che ha raccolto 84 milioni di dollari. Mentre Digit è un assicuratore diretto, PolicyGenius collabora strategicamente con concessionari di auto e siti di e-commerce per distribuire polizze per auto ed elettronica presso il punto vendita. Clearcover e Gabi sono altri due player che hanno raccolto somme importanti, rispettivamente 50 milioni di dollari e 27 milioni di dollari.

Rispetto agli ultimi trimestri del 2019, sono diminuiti del 49% gli investimenti dei (ri)assicuratori e dei loro corporate venture capital. L’ipotesi è che i Seed round e i Series A round (cioè l’early stage) siano lasciati agli investitori istituzionali, che possono diversificare molto di più il proprio portfolio.

Insurtech, la geografia degli investimenti

Gli Stati Uniti hanno continuato a guidare l’arena insurtech, nel 2019 come nel primo trimestre 2020 (oltre la metà degli investimenti). La Cina all’inizio di quest’anno ha registrato un calo di sei punti percentuali nel numero di operazioni e un calo di 13 punti in tutta l’Asia-Pacifico.

Interessante è il caso dell’India, dove l’insurtech sta crescendo parallelamente alla modernizzazione del Paese. Acko, Policy Bazaar, Digit Insurance, sono startup che hanno ottenuto ingenti fondi nel 2019 (da 50 a 150 milioni di dollari). Cconsiderata la popolazione indiana, è facile immaginare la scalabilità di queste soluzioni.

Prendiamo Acko, startup in cui ha investito anche Amazon: ha rivoluzionato l’antiquato settore assicurativo auto del Paese con prodotti digitali per auto e altri mezzi di trasporto, e in pochi anni ha conquistato 20 milioni di clienti.

 

La crescita europea

Il mercato europeo si differenzia da quello americano, per le note barriere strutturali alla crescita, a cominciare da quelle linguistiche. Nel 2019, però, c’è stato un importante balzo negli investimenti e cominciano a emergere società insurtech di dimensioni significative e con modelli di business scalabili. La sensazione è che finalmente l’ecosistema insurtech europeo stia entrando in una fase di maturità.

In Germania la startup Fri:day, che ha già 45mila clienti e punta a diventare l’assicuratore digitale più popolare del Paese, ha ottenuto nel 2019 114 milioni; mentre Ottonova ha già raccolto 85milioni e aspira a diventare “la Tesla dell’assicurazione sanitaria tedesca”. Sempre in Germania Wefox Group, che riunisce compagnie di assicurazione, broker e clienti su un’uica piattaforma, è una scaleup su cui solo nel 2019 sono stati investiti 110 milioni (complessivamente ne ha raccolti oltre 268).

In Francia si è fatta notare Alan, che vende sullo smartphone polizze mediche a privati, imprese, hotel e ristoranti: nel 2019 ha chiuso un round da 50 milioni e complessivamente ne ha raccolti 125.

Le possibilità di scalare questi modelli di business su un mercato di quasi 800 milioni di persone, fanno dell’Europa un territorio perfetto in termini di dimensioni potenziali, grande per ottenere rendimenti relativamente veloci ed elevati per gli investitori. Inoltre, 3 dei 5 riassicuratori globali hanno sede in Europa e hanno assunto un ruolo molto proattivo a livello globale nell’innovazione e nella formazione del mercato.

 

Gli assicuratori più attivi nell’insurtech

Secondo Everis – NTT Data, dal 2010 al 2018 la gran parte degli investimenti corporate sull’insurtech sono stati fatti da compagnie americane. Il 2018 è stato l’anno della svolta, consolidatasi nel 2019: le società europee sono state addirittura più attive di quelle dell’area asiatica.

I 5 assicuratori che hanno fatto i maggiori nel periodo 2018-2019 investimenti sono stati: Munich Re (Germania), Allianz (Germania), RGA (Stati Uniti), Axa (Francia), American Family (StatiUniti).

Contrariamente alle compagnie americane che tendono a investire ‘in casa’, quelle europee hanno fatto oltre il 50% degli investimenti su insurtech americane.

 

Investimenti insurtech, a che punto è l’Italia

L’Italia è notoriamente indietro nell’innovazione e nel supporto finanziario alle startup di ogni settore, compreso l’insurtech.

Il report 2019 dell’Osservatorio Fintech & Insurtech del Politecnico di Milano censisce 326 startup, il 21% delle quali offrono servizi assicurativi veri e propri a cui bisogna aggiungere anche le startup che offrono servizi tecnologici al mondo assicurativo e finanziario (il 25%). Un dato interessante è che la maggioranza di queste startup si rivolge al mercato domestico e ha come principale cliente le corporate.

Per quanto riguarda gli investimenti, le 326 startup italiane hanno raccolto 654 milioni di euro, che portano a una media di 2,6 milioni per startup. Le startup insurtech “pure” sono quelle che registrano la maggior raccolta di fondi media, pari a 5,4 milioni di euro.

Archiviato l’investimento top del 2018 in prima.it che aveva raccolto 100 milioni di euro, gli investimenti principali nel 2019 sono quello in Yolo (5 milioni di euro);  Insoore (1 milione); Axieme (1 milione tra equity crowdfunding e bando Invitalia).

Nella prima parte del 2020, si segnala solo l’investimento di oltre un milione di 1,1 milione di euro in Neosurance.

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